martedì 22 febbraio 2011

BOIARDI DI STATO E BOIARDI PRIVATI



Credo che continuare a parlare di Destra economica sia ormai limitativo. Oggi esistono gruppi che detengono i cordoni della borsa e questi gruppi sono composti da tutte le forze politiche presenti nei vari parlamenti. C’è anche da osservare che il tanto sbandierato conflitto di interessi riguarda tutti e quanti i componenti del potere politico ed economico, i quali sono sempre gli stessi che compaiono nei vari consigli di amministrazione, siano essi giornali, televisioni, banche, assicurazioni ed industrie. Si tratta di una vera e propria camarilla di potenti che determinano ed orientano le varie politiche nazionali ed internazionali. In questa ottica anche le rivolte del Magreb nei prossimi giorni chiariranno quali i soggetti che stanno osservando dall’alto lo svolgimento dei fatti da questi gruppi promossi. Le paure paventate circa il rispetto degli accordi internazionali, le minacce di invasioni bibliche di disgraziati e le violente repressioni in atto, fanno tutte parte di una strategia mirante al consolidamento di vecchie posizioni egemoniche, stanche di avere quali interlocutori dei satrapi vergognosi che ormai anno fatto il loro tempo. Continuerà la vergogna di paesi che hanno ingenti riserve di petrolio i cui popoli sono tuttavia tra i più miserabili del mondo, fatte salve un paio di eccezioni marginali, come continueranno gli sbarchi di clandestini fino a quando nei loro paesi non verranno attuate politiche per migliorare le condizioni di vita.

Quello che è certo è che direttamente o attraverso i vari boiardati di Stato di qualsiasi colore i cosiddetti professionisti della politica e del potere economico, continueranno impunemente nella loro opera di sfruttamento di risorse umane e naturali. Le destre e le sinistre quindi, mentre mantengono le medesime posizioni di privilegio in campo economico, in quello politico "si disputano sui diversi mezzi da adottare, pur di consolidare le solite politiche" ( Chomsky), rivoluzioni magrebine comprese.

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Carmelo Faranda
Eni e Impregilo, ma anche Astaldi, Finmeccanica, Fiat, e perfino la
giu'ventus. In tutti questi anni la Libia ha acquisito diverse
partecipazioni nella Corporate Italia; e senza alcuna ombra di dubbio
l'interesse reciproco agli investimenti si è intensificato grazie
all'amicizia profonda nata - e sempre ben coltivata - tra il colonnello
...Gheddafi e il premier italiano Silvio Berlusconi
.







DALL'INIZIO DELLA RIVOLTA 500 MORTI E 4000 FERITI
Libia: è massacro, i caccia bombardano i manifestanti
Gheddafi compare in TV per 22 secondi: "Resto a Tripoli"

22/02/2011, ore 09:07 -

TRIPOLI (LIBIA) - Ormai Muhammar Gheddafi non si ferma davanti a nulla per tentare di mantenere il proprio dominio sulla Libia. I due aerei che ieri sono andati a La Valletta, dove i quattro piloti hanno chiesto asilo politico, perchè si erano rifiutati di bombardare i manifestanti, non sono stati gli unici che hanno avuto quest'ordine. Altri aerei (pochi in verità, anche se non è possibile stabilire il numero) sono decollati e hanno sganciato bombe nelle strade, causando morti e feriti. Ma non si hanno notizie precise, perchè i contatti con la capitale libica sono completamente interrotti, sia via telefono che via Internet. Anche perchè la Tv di Stato continua a negare che ci siano stati massacri e definisce queste notizie come "menzogne". Tuttavia testimoni oculari hanno detto che a volare sulla capitale libica sono degli F-16. La stranezza è che la Libia non ha questi aerei, che sono prodotti negli Usa. Gli unici paesi che si affacciano sul Mediterraneo che ne dispongono sono i Paesi della Nato ed Israele. Inoltre sono stati usati, per attaccare i manifestanti, anche degli elicotteri Augusta, di fabbricazione italiana ma che l'Italia non ha mai ufficialmente venduto alla Libia.
Ma intanto il Ministro Ignazio La Russa afferma che un C-130 dell'Areonautica Militare è pronto a partire per la Libia, per rimpatriare un primo contingente di 100 italiani. Ma anche qui ci sono stranezze. Infatti, tra i messaggi Twitter fatti uscire dalla Libia, c'è quello di un giornalista inglese che afferma di aver visto un C-130 con le insegne italiane atterrare e far uscire un gruppo di almeno 50 mercenari agli ordioni della LIbia.
La violenza di ciò che avviene in Libia è tale che l'Egitto ha deciso di chiudere le frontiere con il Paese vicino: potranno passare solo persone malate o ferite.
Nel frattempo arriva un bilancio delle vittime, steso dall'International coalition against war criminals, una rete di Ong nata per valutare le vittime nel conflitto tra Israele e palestinesi. Secondo l'Icawc, finora in Libia ci sono stati 519 morti, 3980 feriti e oltre 1500 dispersi, da contare per lo più tra i morti.



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Niente di grave in Libia, un semplice genocidiodi Oliviero BehaMentre eravamo occupati con Ruby e le nefandezze (da provare) eventualmente penali, e l’immagine accartocciata del nostro Presidente del Consiglio (senza bisogno di prove), era scoppiata la crisi tunisina, e poi quella egiziana come si dice “in diretta tv”.L’attinenza era lo “zio Mubarak”, per gli spiritosi media italiani, e solo qualche avveduto analista di affari esteri aveva cominciato a parlare di crisi d’area, assai più incendiabile dell’attualità emersa. Poi da qualche giorno ecco gli sbarchi a Lampedusa, e la notizia degli 80 mila in arrivo a breve e medio termine sulle nostre coste che giungeva dal Viminale. Come a dire “occhio, che qui la situazione si fa grave” naturalmente dal punto di vista del nostro Paese in relazione alla peraltro serissima questione- accoglienza in piena levitazione.Già che c’era, Maroni come qualunque altro politico avvertito e avveduto su quello che stava succedendo, avrebbe potuto dirci che entro il 2050 e con previsioni per difetto le migrazioni dall’Africa, da alcuni paesi dell’Asia e in generale dalle aree del Terzo/Quarto Mondo in decomposizione, sono già calcolate intorno ad almeno 40 milioni di cristi. Nel senso di “poveri cristi”, cristiani o musulmani che siano. Un esodo biblico? Forse qualcosa di più, dando un’occhiata alla storia.Ma questi numeri sono incontrollabili e bisognerebbe essere capaci di valutarli e spiegarli, e mentre i 40 milioni danno l’idea di un fenomeno Kolossal di difficile uso politico strumentale da parte di qualcuno contro qualche altro diventando immediatamente “la Storia” di questo secolo e la sua dimenticata geografia, gli 80 mila di Maroni sono assai più maneggiabili e sembrano dirci:” occhio, italiani, siciliani, pugliesi, calabresi, e tutti coloro dotati di costa e poi gli altri, occhio perché ci stanno arrivando addosso orde di migranti alla rinfusa e quindi star lì a sottilizzare tra clandestino, irregolare, rifugiato politico, bisognoso d’asilo ecc. è un esercizio puramente accademico”.Così quelli sbarcano, gli italiani a partire dalle istituzioni sono nei casini perché non si vuol farne un problema europeo quale ovviamente è per non “cedere particelle di sovranità”, i media si dividono come da copione maggioritario alimentando la confusione, e l’opinione pubblica si sente lo “sbarcato” in casa con un allarmismo e una drammatizzazione che non portano ovviamente a nulla se non a una paura utilizzabile elettoralmente. Come purtroppo e troppo spesso accade al contrario con la declinazione del cosiddetto “buonismo” non seguito dalle pratiche necessarie.Ma adesso assistiamo “semplicemente” al genocidio libico e alla rivolta o rivoluzione contro il Rais: sì, esattamente quel simpaticone sanguinario del Colonnello che ha sempre trattato da pari a pari con molti Grandi della terra e recentemente in particolare con il nostro Berlusconi con cui ha stipulato un famoso trattato sui “respingimenti”. Davvero su Gheddafi non si immaginava nulla? O addirittura non si sapeva nulla ? Davvero l’esplosione dell’Africa minore è una novità paragonabile all’estrazione del Lotto? O non ci è stato mai detto nulla perché la politica e la diplomazia hanno le loro leggi, recentemente e fortunatamente violate da Weakiliks ?E adesso il problema delle compagnie e imprese italiane, da Eni a Impregilo, è davvero l’unico dei problemi che ci riguardino insieme ovviamente al “rischio-sbarchi” un po’ appunto come il discorso di questi vent’anni sui migranti preso a spizzichi e bocconi e non nel suo insieme? Certo, gli interessi economici da sempre hanno la prevalenza. Ma guarda caso, il tutto rientra in un pasticcio di fine epoca, o di passaggio epocale di cui nessuno sembra volersi far carico neppure in analisi teoriche che però poi trovino uno sbocco nell’attenzione alla realtà cangiante e alla pratica politica di questa attenzione. Succede il finimondo, e noi qui a misurare il calo della Borsa. Davvero è un mondo cui il gatto ha mangiato il polmone e nel caso dell’Italia, così vicina così lontana da Gheddafi, anche il cervello e la coratella.