venerdì 14 ottobre 2011

Indignados e forze dell’ordine,


Indignados e forze dell’ordine, tutti i numeri della manifestazione di domani
Scritto da Emilio Fabio Torsello
il 14 ottobre 2011

In preallarme anche le associazioni di soccorso sanitario
Il timore è che domani tutto precipiti proprio come accadde il 14 dicembre scorso e che il corteo non arrivi nemmeno alla metà del tragitto, tentando di raggiungere i Palazzi delle Istituzioni.

Che – informazione di servizio – saranno oltretutto vuoti dato che la maggior parte dei parlamentari è tornata a casa questa sera.

Secondo quanto ha fatto sapere poco fa Francesco Raparelli, uno dei promotori della protesta degli indignados, sarebbero in viaggio verso la capitale almeno 750 pullman.

Molti altri, invece, arriveranno in treno o con mezzi propri.

In tutto gli organizzatori sperano di portare a Roma almeno 100mila persone.

Ciò che è certo è che domani Roma sarà blindata e da molte parti si mormora di un’atmosfera simile a quella di Genova 2001.

In preallarme anche le associazioni di soccorso sanitario a cui è stata richiesta disponibilità a fornire volontari per coprire più turni, anche nella giornata di domenica.

Camminando per la Capitale, questa mattina si potevano leggere scritte comparse nella notte sui muri delle stazioni delle metropolitane – “Cappuccio alzato e fazzoletto… 15.10″, oppure “Non siamo indignati, siamo incazzati” – quasi tutte firmate con la A degli anarchici.

A differenza di quanto visto nelle manifestazioni pacifiche in Spagna, dunque, il rischio è che domani nella manifestazione si infilino i soliti elementi capaci solo a menare, lanciare sanpietrini e spaccare le vetrine.

Gentaglia insomma che già il 14 dicembre scorso diede prova di “lotta politica” incendiando utilitarie nei pressi di piazza del Popolo, automobili che certo non appartenevano alla casta ma a comuni lavoratori.

La manifestazione farà una gran figura – invece – se saprà raggiungere il palco di Piazza San Giovanni senza scontri, in modo composto, disattendendo ciò che una maggioranza in difficoltà aspetta con ansia: gli scontri e la possibilità di ergersi a unico tutore dell’ordine contro i violenti.

Un modo come un altro per riaffermarsi agli occhi degli italiani che da sempre poco sopportano le città messe a soqquadro.

E di manifestanti intelligenti in piazza ce ne saranno tanti.

Persone e cittadini capaci di superare la stanchezza cronica nostrana per cui è sempre meglio delegare ad altri ciò che si potrebbe fare in prima persona.

Il timore è che si presentino anche i cosiddetti “blac block”, gentaglia che della lotta politica e di classe sa ben poco ma se ne riempie comunque la bocca per spaccare e distruggere.

Per prevenire qualsiasi assalto, la città sarà divisa in zone, ognuna delle quali affidata ad un funzionario di polizia. Si tratta di una strategia per poter meglio controllare il territorio, così come avvenuto per la cerimonia di beatificazione di papa Giovanni Paolo II.

Sul campo – secondo quanto comunicato nei giorni scorsi dal prefetto di Roma – ci saranno oltre duemila agenti tra Carabinieri e Polizia in tenuta antisommossa, il doppio rispetto a quanti ne furono dispiegati in occasione della manifestazione del 14 dicembre 2010.


Schierati a difendere palazzi vuoti.










Ostensione -
03/05/2010 - LA PROTESTA
La festa anarchica contro la Sindone
Un momento della manifestazione della Rete No Sindone
+ L'abbraccio della città al Papa che soffre
M.PER.

TORINO
Mentre il Papa celebrava la messa in piazza San Carlo, ieri a mezzogiorno, l’associazione radicale Adelaide Aglietta presidiava piazza Savoia con un sit-in di protesta. Ai piedi dell’obelisco eretto nel 1852 in ricordo delle leggi Siccardi, che sancirono la prima separazione tra Stato e Chiesa, i radicali hanno ribadito la laicità dello Stato sancita dalla Costituzione.

Contro l’ostensione e per i diritti laici anche la coloratissima festa organizzata in piazza Madama Cristina dalla Rete No Sindone - Sotto il lenzuolo niente, che raccoglie, tra gli altri, la Federazione Anarchica Italiana, il Csoa Gabrio, la rete Facciamo Breccia. In centinaia (oltre 500 per la questura), hanno sfilato per le vie di San Salvario dietro i tamburi della Samba Band per poi continuare la festa in piazza con spettacoli teatrali, menestrelli, giocolieri e mangiafuoco, e il concorso «Fatti la tua Sindone».

L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, è stato, oltre a quello di «creare uno spazio laico in città, anche di manifestare il dissenso verso una nuova ostensione, che ha significato fiumi di denaro pubblico, del denaro pubblico di un Paese laico, spesi per l’organizzazione dell’evento e per l’accoglienza di un Papa che discrimina gli omosessuali, nega la libertà alle donne di scegliere la maternità e ai morenti di lasciare dignitosamente la vita».